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path: root/tde-i18n-it/docs/tdevelop/kde_app_devel/index.docbook
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authorMichele Calgaro <michele.calgaro@yahoo.it>2023-07-20 15:04:17 +0900
committerMichele Calgaro <michele.calgaro@yahoo.it>2023-07-21 17:23:59 +0900
commit6fd26e813877361aed526a18da8c0e1f16eb7f00 (patch)
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Replace Q_OBJECT with TQ_OBJECT
Signed-off-by: Michele Calgaro <michele.calgaro@yahoo.it>
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-rw-r--r--tde-i18n-it/docs/tdevelop/kde_app_devel/index.docbook4
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index d77bf6ead06..74850d44b43 100644
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+++ b/tde-i18n-it/docs/tdevelop/kde_app_devel/index.docbook
@@ -229,7 +229,7 @@ return a.exec();
<sect2 id="c1s2s4">
<title>Interazione degli oggetti attraverso segnali e slot</title>
<para>Si è giunti al più ovvio vantaggio degli strumenti Qt: il meccanismo dei segnali e degli slot. Questi offrono una comoda soluzione all'interazione tra oggetti, che in X-Window viene normalmente risolta con funzioni di callback. Siccome questa comunicazione richiede una programmazione rigorosa e a volte rende la creazione di interfacce grafiche molto difficile (come riportato della documentazione Qt e dimostrato in Programming with Qt di K.Dalheimer), Troll Tech ha inventato un nuovo sistema, dove gli oggetti emettono segnali che possono essere connessi ai metodi dichiarati come slot. Il programmatore C++ deve solamente conoscere alcune cose riguardo questo meccanismo: <itemizedlist>
-<listitem><para>la dichiarazione di una classe che usa i segnali e gli slot deve contenere la macro Q_OBJECT all'inizio (senza il punto e virgola) e deve ereditare dalla classe <classname>QObject</classname> </para></listitem>
+<listitem><para>la dichiarazione di una classe che usa i segnali e gli slot deve contenere la macro TQ_OBJECT all'inizio (senza il punto e virgola) e deve ereditare dalla classe <classname>QObject</classname> </para></listitem>
<listitem><para>un segnale può essere emesso tramite la parola chiave emit, es: emit signal(parametri); dall'interno di qualunque membro di una classe che permette l'uso di segnali e slot </para></listitem>
<listitem><para>tutti i segnali utilizzati dalle classi che non sono ereditati devono essere aggiunti alla dichiarazione di classe in una sezione dedicata ai segnali </para></listitem>
@@ -471,7 +471,7 @@ return a.exec();
</para>
<para>Come si può notare sono stati aggiunti i numeri di riga, che non appaiono nella finestra di output, utili per descrivere quello che succede durante la compilazione. Prima di tutto si può osservare che gmake funziona ricorsivamente. Questo significa che esso parte dalla directory nella quale è stato chiamato e prosegue all'interno di tutte le sottodirectory, una per volta, quindi ritorna alla directory di partenza, la elabora e termina. </para>
<para>La prima linea interessante è la 24. Notare che g++, il compilatore C++, viene chiamato da make per compilare il primo file di codice sorgente del progetto - in questo caso main.cpp. Il compilatore g++ usa molte altre opzioni, alcune delle quali sono predefinite mentre altre possono essere configurate con &tdevelop;. </para>
-<para>Prima che venga compilato il prossimo file (kscribble.cpp, linea 29), il moc (compilatore dei meta oggetti) viene chiamato per kscribble.h (linea 25). Le classi di KScribble utilizzano i segnali e gli slot, quindi il moc deve espandere la macro Q_OBJECT. Il file risultante, kscribble.moc, verrà utilizzato da kscribble.cpp tramite la direttiva #include all'interno del file. </para>
+<para>Prima che venga compilato il prossimo file (kscribble.cpp, linea 29), il moc (compilatore dei meta oggetti) viene chiamato per kscribble.h (linea 25). Le classi di KScribble utilizzano i segnali e gli slot, quindi il moc deve espandere la macro TQ_OBJECT. Il file risultante, kscribble.moc, verrà utilizzato da kscribble.cpp tramite la direttiva #include all'interno del file. </para>
</sect1>
<sect1 id="c3s4">